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ROMA 10 MARZO

Reading teatrale, Proiezione documentario sul COPINH, discussione: Tu Lucha Es Mi Lucha – Questioni di lotte, di autodeterminazioni, di femminismo e di diritti umani.

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A 1 Año de Su Siembra Organizziamo La Lotta e Difendiamo l’Allegria!

PROGRAMMA

ORE 19.00 APERICENA A SOSTEGNO DELLA CASA DI LUCHA Y SIESTA

ORE 20.00 READING TEATRALE: “PALABRAS (FEMININO PLURAL)”

A SEGUIRE:

VIDEO: “BERTA VIVE EL COPINH SIGUE”

CHARLA CONVIVIALE: “Tu Lucha Es Mi Lucha – Questioni di lotte, di autodeterminazioni, di femminismo e di diritti umani”

DOVE:
Casa delle Donne Lucha y Siesta – via Lucio Sestio 10, Roma (Metro A, direz. Anagnina, fermata Lucio Sestio)

A 1 AÑO DE SU SIEMBRA
Quasi un anno fa è stata uccisa Berta Cáceres,
donna, indigena, attivista, a difesa del territorio, dei popoli, dei diritti umani.

Credevano in questo modo di cancellare un’idea, una lotta, un progetto politico; di cancellare l’organizzazione della quale fu fondatrice e figlia allo stesso tempo, il Copinh (Consejo Cívico de Organizaciones Populares e Indígenas de Honduras).

Ad un anno dal suo assassinio siamo qui, non a commemorare la sua morte ma a celebrarne la vita.

Il suo seme è ormai germogliato e cresce vigoroso nei volti di quelle donne, uomini, bambini, che nel nome del COPINH, innalzano con forza la loro voce come una arma feroce contro chi ha deciso che le loro vite, le loro terre, la loro cultura non valgono niente.
Berta non è morta per delle pallottole sparate da qualche sicario.
Berta semplicemente non è morta. Non bastano certo 4 pallottole per fermare un fiume in piena, non basta una diga.

Berta è stata uccisa da chi è contro la vita, contro il diritto a esistere como essere umano, come indigeno, come comunità, come donna, come individuo.
Da chi pensa che basti il potere economico per decidere su tutto e tutti.

Oggi li chiamiamo idroelettrica DESA, governo di Juan Orlando H., Banco Mundial, minieri, dighe, grandi opere, TTIP, TAV, ...
I nomi possono cambiare, ma gli intenti sono gli stessi, l’importante è essere in grado di riconoscerli.

La società in cui viviamo, qui come in Honduras, decide su di noi.

Decide di chi è la terra e chi ne ha accesso.
Decide che lavoro fare.
Decide sulla nostra precarietà.
Decide chi può emigrare e chi no.
Decide cosa mangiare e chi può farlo;
Decide cosa fare a letto e con chi;
Decide se un fiume deve sostenere la vita della comunità o gli interessi economici di un privato;
Decide chi deve sopravvivere e chi deve morire;
Decide che le donne non sono soggetti autonomi e legittima la violenza nei loro confronti;
Decide che i diritti umani non valgono niente.

Questo tipo di società impone le sue regole. Prevaricazione, repressione e violenza diventano cultura; il capitale può determinare la vita delle persone, il razzismo può definire la supremazia di un gruppo rispetto alla moltidudine, il patriarcato può giustificare la violenza machista.

La voce di Berta Vive, vive nella voce di tutti quelle/i che lottano per una società più giusta. * #BertaViveElCopinhSigue #A1AñoDeSuSiembra*

“Y creo que en todo eso también hemos aprendido a que pese a que es muy duro, muy doloroso, hemos aprendido también a luchar con alegría. A luchar con alegría, con esperanza, con fe. Hemos aprendido a luchar en diversidad. Hemos aprendido a luchar con musica, con ceremonias, con espiritualidad. Donde nos acompañan nuestros ancestros y ancestras, nuestros Nahuales, nuestros espíritus. Eso es. Creo que eso es lo que nos alienta. Y saber que aquí no hay otro planeta de repuesto. Solo hay uno.” Berta Caceres

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